Una nota canzone recitava “con le pinne, fucile ed occhiali”, ma in alcuni stabilimenti balneari italiani a questi 3 oggetti ne è stato aggiunto un quarto inaspettato: il defibrillatore. In alcune regioni, come Emilia Romagna, Toscana e Lazio, già dalle scorse estati, per gli stabilimenti è in vigore l’obbligo di munirsi di defibrillatori DAE, quelli semiautomatici, di facile utilizzo (sempre previa formazione). Una disposizione resasi necessaria in quanto in situazioni di forte caldo e sudorazione, cresce il rischio di problemi cardiaci. Per agevolare la ricerca di informazioni a riguardo a questo tema, EMD118 – Echoes Medical Division, il Main Importer per l’Italia dei defibrillatori HeartSine, ha redatto un approfondimento con riferimenti normativi e caratteristiche indispensabili per i defibrillatori “da spiaggia”.
“Senza voler creare inutili allarmismi, credo che la presenza di un defibrillatore dea in ogni stabilimento, o magari ogni due, se sono molto vicini, sia un requisito importantissimo anche laddove non imposto dalla legge. – Ha commentato Simone Madiai, Amministratore Delegato EMD118 – Echoes Medical Division. – Nel periodo estivo le spiagge si affollano di persone dalle più svariate età e patologie che spesso restano sotto il sole anche nelle ore più calde. Il forte caldo e l’eccessiva sudorazione aumenta la possibilità di avere un malore, in special modo per i soggetti a rischio, e non sempre nei pressi dello stabilimento sono presenti strutture adeguatamente attrezzate ad intervenire. Avere a disposizione un defibrillatore consente di guadagnare importantissimi minuti mentre si attende l’arrivo del personale medico. E’, però, bene sapere che in spiaggia, anche i defibrillatori hanno bisogno di protezione, proprio come la nostra pelle. La sabbia e la salsedine, infatti, possono danneggiare il dispositivo, compromettendone l’adeguato funzionamento. Ad oggi, gli unici sul mercato dotati di protezione IP56 contro l’ingresso di sabbia, polvere ed acqua, sono i defibrillatori samaritan PAD 350P e 500P della HeartSine, ideati proprio per questi contesti, e per questo sono molto piccoli, leggeri e semplici da utilizzare”.
Come è ormai noto a tutti, la tempestività dell’intervento nei casi di arresto cardiaco è il fattore discriminante per far sì che il cuore torni a battere senza apportare danni all’organismo. In Italia ogni anno 70.000 vengono colpite da arresto cardiaco. Il tasso di mortalità oggi è, fortunatamente, molto più basso rispetto al passato, scendendo al di sotto dell’11%, e oltre l’80% dei decessi avviene lontano da ospedali e strutture sanitarie.
“L’arresto cardiaco – prosegue Madiai – è una patologia “tempo-dipendente”, ovvero le conseguenze sono fortemente influenzate dal fattore tempo, e per questo è indispensabile che il paziente riceva cure adeguate entro due ore dai primi sintomi (spesso ignorati o sottovalutati fino all’attacco apicale), per ripristinare correttamente il flusso sanguigno, perché è proprio in questo arco temporale che avviene circa il 50% dei decessi. Il defibrillatore in contesti turistici è sicuramente un valore aggiunto per la nostra sicurezza, ma il fattore più importante resta, comunque, la prevenzione, quindi, uno stile di vita sano e, in spiaggia, bere molto ed evitare di esporsi al sole nelle ore più calde”.