In aumento del 15% l’incidenza delle carie. La causa primaria del problema sarebbe l’alimentazione scorretta, troppo ricca di dolci, snack e bevande zuccherate, e spesso povera di frutta e verdura, ma incide in modo pesante anche la scarsa educazione all’igiene orale che, al contrario, dovrebbe essere insegnata gia’ dai primi anni. Ma la carie non e’ l’unica minaccia al sorriso di bambini e adolescenti. Un bambino su 5 sviluppa lesioni traumatiche dei denti permanenti prima di finire la scuola primaria e il 40% circa dei bambini soffre di demineralizzazione dei denti.
Questi disturbi possono avere conseguenze serie se non vengono diagnosticati e curati per tempo, ma spesso lo specialista vede il bambino solo dopo mesi, o anni, dal sorgere dei primi sintomi. Secondo i dati presentati dal Servizio Studi ANDI – Associazione Nazionale Dentisti Italiani, infatti, il 75,7% dei bambini italiani tra i 3 ed i 5 anni non e’ mai andato dal dentista, percentuale che scende a 35,2% per la fascia d’eta’ compresa tra i 6 ed i 10 anni e al 20,1% per i ragazzi tra gli 11 e i 13 anni.
“Molti genitori sottovalutano i disturbi legati ai denti da latte, pensando che questi si risolvano da soli quando al bambino spuntano i denti permanenti: dente nuovo, vita nuova. – Ha commentato il dottor Sergio Turco, responsabile dei piani di cura per i bambini dei centri odontoiatrici Samadent. – Purtroppo non e’ affatto cosi’ e questi disturbi non vanno sottovalutati. La carie dei denti da latte colpisce la superficie liscia principalmente dei denti mascellari anteriori e dei primi molari caduchi, denti che di solito risultano resistenti alla carie. Se il deterioramento e’ molto rapido la polpa si infetta, causando notevole dolore, quindi si verifica la formazione di un ascesso e di una fistola di fronte alle punte delle radici. Un dente da latte rovinato crea un ambiente orale infetto con germi che possono contribuire alla carie, sia quelli che stanno accanto al dente da latte, sia a distanza, in quanto la saliva veicola l’infezione, e puo’ colpire anche quelli permanenti. E’ dunque necessario curare i denti malati e, nel caso non si riesca ad intervenire in tempo e si renda necessario rimuovere il dente, inserire un mantenitore di spazio, cosi’ da non compromettere lo sviluppo dei denti permanenti”.
“Durante l’infanzia – prosegue il dottor Turco – e’ il pediatra a occuparsi dei denti del piccolo paziente, e sta a lui, quindi, individuare eventuali disturbi e suggerire visite specialistiche. Come sempre, pero’, la miglior medicina resta la prevenzione. Insegnare ai bambini sin dalla primissima infanzia l’importanza di lavare i denti dopo i pasti e il giusto modo di spazzolare. In questo senso, molto puo’ essere fatto anche sui banchi di scuola: ormai quasi tutti gli istituti propongono il ‘tempo pieno’ ed e’ a scuola che i bambini consumano il proprio pranzo. Far vivere il momento della pulizia dei denti dopo aver mangiato in un modo divertente, magari da fare insieme ad altri 2 o 3 bambini, puo’ far interiorizzare una buona e sana abitudine. Anche dedicare alcuni momenti ad illustrare alla classe le norme per la buona igiene orale e per una sana alimentazione puo’ contribuire ad evitare future patologie.”